Francesco viene da me perché si è lasciato con la fidanzata dopo una storia durata molti anni.
La ragazza storica di Francesco, a un certo punto della loro relazione, decide che non si sente ascoltata dal compagno e, per questo, pone fine alla loro storia, rompendo con lui. Davanti a me c’è questo giovano uomo sulla trentina, ben vestito, curato che nonostante la mascherina sul volto non riesce a nascondere la grande tristezza e lo smarrimento che gli leggo negli occhi.
Si potrebbe pensare che stiamo parlando di una storia d’amore giunta al capolinea, un fatto estremamente doloroso nella misura in cui è durata.
Ma andando a indagare un po’ nello stato di disperazione di Francesco, mi rendo conto che viene alla luce uno dei meccanismi più comuni e più disfunzionali che possono colpire purtroppo una coppia.
Una coppia disfunzionale
Spesso, ci troviamo davanti a delle relazioni in cui una persona è altamente dipendente.
Nel caso specifico, la fidanzata di Francesco è dipendente al punto tale da chiedere costanti attenzioni a quest’ultimo perché sente il bisogno di essere guidata, protetta, vuole mantenere un costante contatto fisico con quello che è l’oggetto del suo amore.
Sull’altro piatto della bilancia di questo rapporto troviamo una persona che apparentemente è in grado di dare tutte queste attenzioni.
Ma quel che dona all’altro, in qualche modo, non è mai abbastanza. Non è sufficiente a soddisfare le richieste del partner.
Tutto questo va a innescare un meccanismo perverso in cui la ragazza di Francesco si sente poco ascoltata e frustrata, perché il compagno non è stato in grado di comprendere quali siano i suoi bisogni profondi e fondamentali.
Al punto che decide di chiudere per sempre la relazione.
Francesco, all’improvviso, si ritrova a fronteggiare la perdita prima lamentata dalla sua ragazza, finendo col cadere in una vera e propria depressione, che lo fa sentire completamente svuotato.
Facciamo un passo indietro e vediamo cosa accade nella relazione, quale è il meccanismo che si attiva.
La ragazza dipendente continua a sentirsi insoddisfatta ma non lo comunica alla controparte. Non lo fa perché farlo – magari con rabbia – potrebbe mettere a repentaglio la relazione. Non essendoci una comunicazione reale tra i due, il rapporto si va a deteriorare perché dove non c’è comunicazione, non ci può essere nessun modo di migliorare la relazione.
Non c’è alcun rimedio.
Quindi, quello che sembrava l’uomo invincibile, all’improvviso si trova fragile e disperato.
Com’è possibile che la persona che per anni è stata in grado di sostenere, decidere, programmare, la persona che sembrava più forte nella coppia, si ritrova così fragile, distrutta e incapace al punto tale da non poter prendere alcuna decisione?
Com’è possibile che quel ragazzo che vedo così proattivo possa essere così depresso?
Il fatto è che tra i due partner si è innescato un legame patologico.
La persona dipendente vede l’altro come fonte della propria autostima. Ma vedere nell’altro la fonte della propria autostima non significa affatto amarlo.
Significa invece stabilire con il partner un rapporto di tipo utilitaristico.
È come se colei che soffre di dipendenza dicesse: “Io ti sono vicino, nella misura in cui ricevo. Io incenso le tue capacità, sostengo il tuo ego, ti elogio per tutte queste tue grandissime capacità di leader perché in cambio ne ricevo autostima”.
Occorre sottolineare che l’altro membro della coppia, in questo caso Francesco, è ben lieto di dare perché donando appaga la propria autostima.
Succede quindi che la relazione che ne viene fuori è una sorta di castello di carte. I membri della coppia stanno appoggiati l’uno all’altra in uno stato di profonda fragilità.
I due partner non sono in grado di darsi quel reciproco supporto che dovrebbe esserci in una coppia sana perché l’amore non può fondarsi sul desiderio di accrescere la propria autostima.
L’amore è quella condizione in cui si vuole per l’altro il meglio. In questa situazione, invece, si crea una dinamica per la quale l’uno cede il proprio potere per riceverne autostima mentre l’altro offre il proprio potere per ricevere autostima.
Tutto questo non ha nulla a che fare con l’amore.
È un sistema relazionale disfunzionale che non può che avere radici nella famiglia di origine e in particolare nel modello familiare interiorizzato.
È importante tornare nel qui e nell’ora e capire come lo schema acquisito dalle esperienza passate possa aver causato tutta questa sofferenza che si traduce in un vero e proprio problema di depressione legato alla perdita.
Adesso Francesco non ha più voglia di vedere gli stessi amici, non ha più voglia di fare le cose che prima gli davano soddisfazione e piacere (anedonia) e quindi si ritrova in uno stato di profonda prostrazione. È probabile che la ragazza abbia voluto lasciarlo per fare altre esperienze e sentirsi nuovamente bella e desiderata.
Relazione di coppia e dinamiche sane
È una situazione paradossale.
Spesso quando si parla di coppia e di problemi di coppia, si tende a pensare che uno dei due partner sia quello che sbaglia mentre l’altro è quello perfetto, quello o quella che ha dato tutto. Ma questo + un modo molto semplicistico di considerare la faccenda e non aiuta le persone a capire quali siano i meccanismi relazionali.
Se non partiamo dall’idea che una relazione si deve fondare su dinamiche sane e non sul nutrire il proprio ego a discapito dell’altro, non si va da nessuna parte.
Se pensiamo che sia sempre l’altro la fonte dei nostri problemi, se diamo sempre all’altro la colpa di tutto, non siamo in grado di renderci conto del male, del disagio che abbiamo provocato noi all’altro, al nostro compagno o alla nostra compagna. E se non prendiamo consapevolezza delle dinamiche sottese al nostro modo di relazionarci all’altro, queste stesse dinamiche si ripeteranno all’interno delle relazioni future.
Piccolo aggiornamento sulla situazione di Francesco: proprio in questi giorni, Francesco ha avuto un dialogo aperto con la sua ex ragazza proprio riguardo i temi che ho cercato di esporre in questa mia analisi della situazione e lei è rimasta molto colpita dalla presa di consapevolezza di Francesco. Quindi hanno deciso di fare una prova per cercare di sistemare questa relazione.
Sono molto contento di questa piccola svolta. Al di là del risultato ottenuto, comprendere il proprio mondo interiore è il modo migliore per assicurarsi una relazione sana.
Manuel Marco Mancini, psicologo Roma Eur